Weekend a Bordeaux: il nostro viaggio

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Avete presenti quei luoghi che conoscete a malapena ma che non vedete l’ora di scoprire? Ecco, Bordeaux era nella nostra lista da tantissimo tempo ed appena Volotea, con una delle sue tante offerte, ha messo in vendita biglietti ad un euro non abbiamo esitato un secondo e abbiamo subito acquistato due biglietti solo ritorno. Per l’andata invece è bastato spulciare sul sito Ryanair et voilà, eccoci servito un bel weekend a Bordeaux!

Partiamo dall’aeroporto di Bologna, raggiunto tramite il servizio Appennino Shuttle da Firenze, alle 10:35 e dopo circa un’ora e mezzo atterriamo all’aeroporto di Bordeaux – Merignac. Per raggiungere il centro, distante 12 km, prendiamo l’autobus n.1+ che in una quarantina di minuti, ed al costo di 1,50 €, ci porta a destinazione. Una soluzione più rapida, ma meno economica è quella della navetta diretta, costo 7 euro, per la stazione ferroviaria St. Jean.

Scendiamo alla fermata in Place Gambetta nei pressi della quale sorge l’hotel La Porte Dijeaux, il nostro covo per questo weekend a Bordeaux. Un 2 stelle pulito e funzionale ma con un piccolo grande difetto che vi sveleremo più avanti.

Posiamo le valigie e ci mettiamo subito in marcia. Il tempo a disposizione non è molto e noi abbiamo intenzione di vedere il più possibile in questo primo giorno in terra bordolese! Vicinissimo al nostro hotel sorge la maestosa Cattedrale di Saint-André, la più importante architettura religiosa della città, inserita nei patrimoni dell’umanità UNESCO perché tappa dei pellegrini lungo il cammino francese per Santiago de Compostela. Staccata dalla chiesa, per il rischio cedimento del terreno, spicca il suo campanile: la torre Pey Berland. Un altro edificio che cattura la nostra attenzione è il Palais Rohan che, con le sue facciate neoclassiche, è oggi sede del municipio.

Torniamo sui nostri passi lungo Rue Bouffard e, dopo aver svoltato a destra per la Rue de la Porte Dijeaux, ci immergiamo del dedalo di viuzze che caratterizzano il centro storico della città. Ne rimaniamo estremamente colpiti, non ci aspettavamo che Bordeaux fosse così bella. Non per nulla da 10 anni è stata dichiarata patrimonio UNESCO!
Ai lati delle strade sorgono botteghe di ogni genere, dalle formaggerie alle creperie, dalle baguetterie alle immancabili enoteche. A differenza di città più famose qui tutto sembra autentico, come in un quadro di un pittore francese.

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Dopo una breve sosta ristoratrice da EatSalad arriviamo in Place de la Bourse, probabilmente la piazza più famosa della città. E’ composta da tre edifici e da una fontana raffigurante le tre Grazie. Ciò che veramente rende questa piazza unica nel suo genere è l’immenso Miroir de l’eau, letteralmente “specchio d’acqua”, realizzato da Jean-Max Llorca che, quando scende la notte e gli edifici si illuminano, regala un effetto ottico davvero sorprendete. Deciso, dopo cena torneremo qui!

Attraversiamo Porte Cailhau, un tempo ingresso della città e luogo di vedetta sulla Garonna, ed entriamo nella caratterista Place du Palais. Da qui raggiungiamo Porte Saint-Eloy, conosciuta anche con il nome Grosse Cloche a causa della campana che un tempo suonava per annunciare vendemmie o pericoli imminenti mentre adesso avviene solo 5 volte l’anno: il 1° gennaio, l’8 maggio (vittoria del ’45), il 14 luglio (festa nazionale), il 28 agosto (liberazione della città del ’44) e l’11 novembre (armistizio della 1° guerra mondiale).

Porte Cailhau
Grosse Cloche

Alziamo gli occhi al cielo per ammirare i 114 metri di altezza della torre Saint-Michel e capiamo di essere arrivati al cospetto della chiesa omonima. Come la Cattedrale di Saint-Andrè anch’essa è iscritta nei patrimoni dell’umanità perché sul cammino francese per Santiago.
Sfortunatamente la Cattedrale aveva chiuso una mezz’ora prima del nostro arrivo e così ci limitiamo ad ammirare la splendida basilica solo da fuori.

Percorriamo Rue Saint-Catherine, la classica via dello struscio costeggiata da negozi di abbigliamento e cosmetici, cinema e quant’altro, per cercare il ristorante Lume come consigliatoci da Roberto sulla nostra pagina Facebook. Purtroppo il locale è pieno e decidiamo di optare per l’Autre Salon de The su consiglio della nostra guida turistica. Ecco, difficilmente parliamo male di un ristorante ma questo proprio non ci è piaciuto per nulla! Per saperne di più date un’occhiata all’articolo:

“Dove mangiare a Bordeaux (…e dove non ronzare neanche intorno!)

Terminato lo strazio di cena torniamo in Place de la Bourse con la quale avevamo un’appuntamento notturno e wow, non rimaniamo affatto delusi!
Gli edifici illuminati che si riflettono sul Miroir de l’eau creano davvero un’atmosfera suggestiva che farà felici tutti gli amanti della fotografia.

Torniamo in hotel e tentiamo invano di prendere sonno. La nostra camera si trovava precisamente sopra un locale che ha continuato a suonare musica fino a tarda notte, o forse dovremmo dire mattina presto, e per noi la nottata non è stata delle migliori.

La mattina successiva ignoriamo così completamente la sveglia e ci alziamo che sono già le 11:00. Per mezzogiorno avevamo fissato, tramite l’applicazione TheFork, un tavolo al ristorante Le Lion Lilas. Economico ma al tempo stesso molto gustoso. Assolutamente consigliato!

Non prima di una sosta al mercato dei Cappuccini dove ci riforniamo di Macarons e Cannelés, ci dirigiamo verso la stazione dove ad attenderci c’è il treno che ci porterà ad Arcachon,  ridente località marittima, per scalare la Dune du Pilat, la duna di sabbia più alta d’Europa.

Giungiamo alla stazione di Arcachon in circa 40 minuti e qui prendiamo l’autobus n.1 che in mezz’ora ci porta in prossimità della duna. Impossibile sbagliare fermata, è quella dove tutti scendono o salgono!

Camminiamo per una decina di minuti attraverso la Forest de la Test prima di trovarci al cospetto di questa immensa montagna dorata chiamata Dune du Pilat. Non ci facciamo certo attendere e, dopo esserci tolti le scarpe, cominciamo la nostra scalata ai 120 metri d’altezza della duna.

Sicuramente arrivare in cima non è un gioco da ragazzi, in alcuni punti affondavamo addirittura fino al ginocchio, ma una volta raggiunta la vetta l’emozione che si prova è impagabile.

Con una brezza oceanica che ci scompiglia i capelli ammiriamo estasiati il Golfo di Biscaglia che si spinge fino all’orizzonte per unirsi al cielo in un timido abbraccio. Alle nostre spalle il verde della foresta che delimita il tutto. Davvero un’esperienza inaspettata e notevole. Se state programmando un weekend a Bordeaux questa è una cosa che non dovete assolutamente perdere!

Saremmo voluti restare ad Arcachon ancora ma il nostro era l’ultimo treno del giorno e non potevamo rischiare di perderlo. Facciamo la trafila inversa e, una volta tornati a Bordeaux, ci fermiamo a mangiare da Nom d’una crepes. Locale specializzato in crepes che aveva attirato la nostra attenzione il giorno prima.

Ci gustiamo le nostre crepes in compagnia di molti altri bordolesi, ve ne abbiamo parlato in questo articolo. Il cibo è davvero squisito ed il servizio impeccabile, non ci sorprende che questo ristorante sia frequentatissimo dai così detti locals.

Dopo esserci concessi una camminata digerente ce ne torniamo esausti in alberghi dove, nonostante la solita assordante musica, dormiamo come sassi.

L’ultimo giorno, o meglio l’ultima mattina, del nostro weekend a Bordeaux decidiamo di dedicarlo alla parte nord della città prima di recarci in aeroporto e tornare, ahinoi, a casa!

Percorriamo il lungofiume della Garonna fino ad arrivare alla Place de Quinconces, con i suoi 12 ettari è la piazza più vasta d’Europa. Qui sorge l’imponente monumento ai Girondini, vittime del regime del terrore di Robespierre.

Dopo le foto di rito attraversiamo Cours de Verdun e ci immergiamo nel verde dei Jardin Public. Un bellissimo parco dove i bordolesi adorano fare jogging o picnic. Al suo interno troviamo anche un piccolo ma ben curato orto botanico. Se avessimo avuto più tempo ci saremmo fermati qualche ora in più per godere della tranquillità di questo luogo.

Con immensa tristezza intraprendiamo la via per l’aeroporto non prima di una sosta al Grand Thèatre Opéra di Bordeaux con il suo porticato di 12 colonne. Pensate che Stendhal definì questo edifici come uno dei più brutti che avesse mai visto. De gustibus.

Per quanto riguarda il viaggio di ritorno niente da segnalare se non un ritardo di un’ora del nostro volo Volotea. Ahi ahi, per essere la prima volta che voliamo con questa compagnia non iniziamo proprio bene!

In sintesi se ci chiedeste se Bordeaux merita una visita la risposta sarebbe indubbiamente sì. Noi ce ne siamo letteralmente innamorati. Il suo essere al tempo stesso una grande città ma senza perdere l’autenticità della provincia ci ha colpito e ci siamo ripromessi di tornare al più presto. Au revoir Bordeaux!